L’economia del futuro è verde canapa: quella che sembrava una frase solo speranzosa potrebbe diventare davvero la realtà di domani, visto il crescente interesse che i prodotti di canapa e cannabis stanno riscuotendo in tutto il mondo, Italia inclusa nonostante qualche tentativo dal sapore proibizionista. Dalla Cassazione all’ONU senza trascurare il mercato “vero”, le ultime notizie spingono proprio in questa direzione!
Le ultime notizie sulla cannabis
Partiamo innanzitutto dalle notizie economiche, che potrebbero essere quelle più importanti per “smuovere” definitivamente le acque e ampliare magari un mercato ricco di potenzialità: la sola liberalizzazione della cannabis light ha generato un giro di affari di 150 milioni di euro annui, con benefici per tutta la filiera. In pochi anni sono rinate coltivazioni di canapa in terreni prima non sfruttati e sono partiti anche numerosi cannabis light shop, come dimostra il successo della vendita cannabis legale su Prodotti-Cannabis.it, dove acquistare marijuana totalmente legale e a basso contenuto di THC.
L’uso di canapa per fini medici in Italia
Inoltre, un’analisi di Marijuana Business Daily di poche settimane fa (basata sugli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Salute relativamente all’acquisto di cannabinoidi per fini medici) rivela che in Italia la richiesta è stata di 861 chili nel 2019, quasi il 50 per cento in più rispetto ai dati del 2018 (chiuso a 578 chili). A livello nazionale, però, il maggior fornitore di questo prodotto restano i Paesi Bassi in virtù dello storico (e risalente ormai a oltre 10 anni fa) accordo tra i Ministeri della Salute dei due Paesi, e la produzione di infiorescenze presso lo Stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze contribuisce per appena un sesto alla quota disponibile in Italia.
Un passo immediato – spinto anche da varie interrogazioni parlamentari – ha spinto gli ultimi due governi a dichiarare che per il 2020 il fabbisogno avrebbe potuto superare “la soglia dei 1000 chilogrammi annui”, anche se il Coronavirus ha distolto poi l’attenzione sul tema.
Le potenzialità economiche del settore
Ad ogni modo, questa resta solo la punta di un iceberg che potrebbe portare a fatturati di entità nettamente superiore: secondo alcuni studi, e in particolare le stime di Prohibitions Partners, la legalizzazione della marijuana porterebbe nelle casse statali qualcosa come 30 miliardi di euro nel giro di dieci anni, sottratti in larga parte alla criminalità organizzata.
Una previsione forse ottimistica, ma che ci permette di comprendere le potenzialità di una semplice piantina quanto mai versatile, e usata per fini medici, ma anche in vari comparti dell’industria, come sappiamo. Da battere ci sono però tanti pregiudizi, su cui comunque la comunità scientifica sta facendo luce.
Le indagini della comunità scientifica
Partirà proprio nelle prossime settimane, ad esempio, un iter che entro dicembre potrebbe portare a un’importante novità: sulla scia della raccomandazione della WHO Expert Committee on Drug Dependence, l’ONU sta rivedendo la classificazione della cannabis all’interno dell’elenco delle sostanze stupefacenti, riconoscendone il valore medico in modo ufficiale. Finora, la sostanza è inserita nella tabella I (sostanze potenzialmente pericolose) e nella tabella IV (sostanze che non hanno alcun valore medico), mentre questa revisione potrebbe portare a considerare la cannabis terapeutica al pari della morfina, ad esempio.
La sentenza della Cassazione
Come dicevamo, anche la Cassazione ha dato un parere accolto positivamente dagli operatori del settore canapa: lo scorso 16 aprile le sezioni unite penali della Cassazione hanno depositato una sentenza in cui si afferma che non è reato coltivare in casa piantine di cannabis, ma solo se destinate all’uso personale, facendo riferimento al principio di diritto emesso con una informazione provvisoria lo scorso dicembre.