Nel gennaio 2019 la Commissione Europea ha catalogato i cannabinoidi come “Novel Food non autorizzati”: questa decisione ha comportato che per poter utilizzare per uso alimentare gli estratti di CBD, bisogna seguire l’iter di approvazione necessario per i Novel Food, con costi e tempistiche non indifferenti.
In oltre un anno sono state presentate oltre 50 domande per prodotti naturali a base di CBD, ma nessuna di queste ha superato la prima fase di convalida effettuata dalla Commissione Europea. Nello stesso periodo invece almeno 3 forme di CBD sintetico hanno superato questa prima fase per passare all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) per una revisione tecnica. A dicembre 2020 è previsto l’inizio delle valutazioni dell’EFSA per un primo parere sulla sicurezza di questo CBD sintetico della CBDepot.
Le novità del mese di Luglio 2020
La Commissione Europea ha annunciato che rifiuterà tutte le nuove richieste per utilizzo alimentare di prodotti derivati dai fiori di canapa, dal momento che ora sono considerate estratti di cannabis e di conseguenza illegali secondo la presente legislazione.
Questa notizia segue le consultazioni interne della Commissione Europea degli ultimi mesi con gli operatori del settore. Chi ha fatto richiesta per l’utilizzo alimentare del CBD ha due mesi di tempo per presentare le proprio osservazioni in merito, anche se l’unica documentazione presentata finora è già stata respinta dalla Commissione.
Per il momento è stato comunicato che tutte le nuove richieste per l’utilizzo alimentare di derivati di canapa verranno mese in pausa fino alla decisione definitiva della Commissione: con questa decisione si conferma che i derivati dei fiori di canapa come ad esempio il CBD sono da considerarsi droga a tutti gli effetti.
Su cosa si fonda questa decisione
Secondo la Commissione Europea gli estratti di CBD prodotti dai fiori di canapa rientrano nei tratti internazionali sulle droghe, quindi vanno considerati come tali.
Per questa ragione il CBD estratto dai fiori non può essere considerato alimento, perché le sostanze che rientrano nella classificazione di droghe secondo i trattati internazionali non posso essere utilizzate per uso alimentare all’interno della UE.
Secondo la Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961 delle Nazioni Unite, gli estratti e la resina proveniente dalla cannabis sono considerati sostanze stupefacenti. Sempre la Convenzione unica considera “pianta di cannabis”, qualsiasi varietà indipendente dalla contenuto di THC e se la legislazione nazionale le considera piante ad uso industriale.
Viene considerato quindi cannabis tutti i fiori e le cime fiorite della pianta, ad esclusione dei semi e delle foglie (ma solo se sono senza fiori).
Cosa significa questo per il mercato del CBD
Se la Commissione prenderà questa decisone, verrà vietata la vendita del CBD per uso alimentare in tutta l’Unione Europea. Con questo blocco verrà inflitto un duro colpo a tutti gli operatori del settore che hanno fatto grossi investimenti nell’utilizzo alimentare di questa sostanza. Sarà decisione poi dei singoli stati come intervenire contro il CBD naturale se venisse classificato come droga e non più come nuovi alimenti non autorizzati (come avviene oggi).
Una delle soluzioni potrebbe essere non vendere più gli estratti di CBD per uso alimentare (come già avviene in molti paesi EU in realtà).
Regno Unito non sarebbe interessato
Già ad oggi sugli operatori del Regno Unito non si applicano le nuove norme alimentari EU, e da gennaio 2021, il paese avrà un sistema del tutto indipendente per l’approvazione dei nuovi alimenti.
La politica interna sulla cannabis e sui cannabinoidi è deciso dal Ministero degli Interni che già oggi non considera il CBD come narcotico. Indipendentemente se il CBD viene estratto dai fiori o se è sintetico, viene considerato come droga soltanto se contiene livelli rilevanti di THC. L’autorità per la sicurezza alimentare (FSA) ha già dichiarato che segue le posizioni del Ministero degli Interni.
La Sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea
Ad oggi sembra che la Francia vieti la vendita di prodotti a base di CBD estratti dai fiori di canapa, considerandoli stupefacenti sulle base delle sue leggi nazionali. Dopo che la società Kannavape è stata perseguitata per l’importazioni di prodotti a base di CBD dalla Repubblica Ceca, questa si è rivolta alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) che emetterà una sentenza entro la fine dell’anno.
Le sentenze della CGUE sono vincolanti per le istituzioni dell’Unione Europea e per i suoi stati membri, quindi in caso di una decisione positiva verso la commercializzazione dei prodotti derivati dalla canapa contenete CBD, questa dovrebbe venire rispettata dalla Commissione europea. A maggio, un parere dell’avvocatura della Corte di giustizia ha dichiarato che il CBD non è classificato come una sostanza stupefacente sulla base delle convenzioni internazionali.
Se anche la sentenza definitiva della Corte di giustizia, che si prevede per il mese di settembre, andrà in questa direzione, la Commissione europea potrebbe cambiare la sua posizione così restrittiva.
Cosa ci si aspetta dalla Commissione europea
Non sappiamo ancora quando la Commissione prenderà la sua decisione finale sul fatto che il CBD estratto dai fiori sia o meno da considerarsi droga. Ma ci sono due eventi che entro la fine dell’anno potrebbero portare a decisioni positive.
Sono stati presentati molti emendamenti alla Commissione sulle Droghe (CND) delle Nazioni Unite che dovrebbero essere votati entro dicembre. Uno degli emendamenti proposti eliminerebbe del tutto la categoria “estratti e tinture di cannabis” dal Convenzione unica sugli stupefacenti, mentre un’altro propone di non considerare droga tutti i preparati di CBD con meno dello 0,2% di THC.